La vita vale una vendita? Riflessioni in un momento difficile.
Tutti sappiamo la risposta a questa domanda.
Eppure in giorni come quelli che stiamo vivendo c’è un’altra febbre che sale più impellente di quella generata dal virus che sta flagellando il mondo.
La febbre della ripresa del business e della ripartenza delle transazioni commerciali.
Rimettere in moto la macchina dell’economia sembra avere una priorità maggiore a quella di procurare la sicurezza per coloro che devono ogni giorno gestire il successo economico.
Scendere in campo, incontrare persone, stringere mani per siglare nuovi affari ha oggi un sapore diverso.
Torniamo su un tema che avevamo affrontato tempo fa.
Cosa è che rende etica la vendita? La domanda finale del post scritto in tempi normali recitava: “… quanto siete disposti a perdere per ottenere un profitto? “.
Oggi leggiamo sulla stampa digitale che gli Stati Uniti d’America stanno predisponendo tempi stretti per la ripartenza, nella giornata di ieri hanno avuto 4500 decessi ed i contagiati continuano a crescere.
Chi produrrà ricavi nel mese quando non ci sarà più nessuno a cui vendere?
Pensieri che diventano cose reali dei nostri giorni difficili.
Da venditori sappiamo bene che non dobbiamo pensare in negativo. Vedere anche nelle difficoltà nuove opportunità.
In questo momento le migliori occasioni nascono dalla nostra capacità di incrementare la capacità di condivisione, anche se forzatamente remota, con coloro che riteniamo possano ricavarne un beneficio.
Mai come in questo periodo la regola d’oro di Napoleon Hill di “ dare e del fare agli altri ciò che vorresti ricevere “ può trovare una posizione speciale nel nostro modo di gestire il futuro e la nostra ripartenza.
La vendita non era più la stessa ad inizio pandemia e certamente lo sarà ancora di più nei prossimi mesi.
La nuova filosofia del successo si baserà sulla federazione di forze, capacità e conoscenze che, grazie ad un uso intelligente delle tecnologie, saranno in grado di non riproporre più la valutazione di quali e quante siano le perdite umane da considerare.
Uniamoci, virtualmente o adeguando le nostre distanze, per condividere la strada del nuovo domani.
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