Social Networking: collaborazione o tutti contro tutti?

Social Networking: collaborazione o tutti contro tutti? Digressione sulla trasparenza della nostra presenza in rete presente e futura.

Si sa che la rete internet è nata per far condividere, anche se i primi ad usarla sono stati militari che avevano in mente ben altro tipo di condivisioni.  Lo sviluppo delle relazioni sociali e professionali tramite l’uso dei social media ci pone da allora dinanzi ad un dubbio amletico, personalizzato ai nostri giorni: condividere o non condividere? Condividere solo una minima parte ?

Se è vero infatti che l’accessibilità totale a qualsiasi contenuto presente sulla rete, ed il suo uso ” legittimato ” dalla reperibilità su piattaforme di pubblico dominio, genera l’anarchia della proprietà dei contenuti, è anche vero che proprio in questa globale disponibilità di saperi si incrementano la forza, la fortuna ed il costante sviluppo delle nuove piattaforme di condivisione.

Netiquette, privacy, copyright, sono elementi distintivi che vedono sempre di più depotenziato il loro valore in una infinita ricerca di sfuggire al controllo puntuale di autorità, aziende e singoli quando si deve pescare, per proprio interesse, nel mondo globale della rete.

Cosa condividere quindi se sappiamo che le nostre informazioni sono potenzialmente di supporto al business di altri? Dare una idea ad un concorrente non è esattamente il tipo di condivisione a cui ogni azienda ambisce entrando in rete.  È come porsi il problema del perché scrivere qualcosa quando nei secoli molti hanno già affrontato temi analoghi, magari non proprio con la facilitazione offerta dalle tecnologie di oggi.

I contenuti servono per informare, qualificare, valorizzare, testimoniare chi siamo e cosa siamo capaci di fare, ma una volta pubblicati e resi disponibili sono alla mercé di chiunque voglia prenderne la traccia, l’ispirazione, l’idea per poterli riusare a proprio uso e vantaggio.

Tutti diventiamo quindi potenziali fornitori e divulgatori di informazioni il cui uso può essere trasformato da chiunque e reso diverso da quello che era la nostra originaria intenzione di condivisione.

Democrazia o anarchia dei contenuti? Collaborazione o machiavellico utilitarismo nel richiedere contatti?

” In media stat virtus ” e quindi noi pensiamo che avviare azioni di partecipazione, condivisione e coinvolgimento sui social network sia l’evoluzione della nuova modalità di relazione che persone, professionisti, aziende, istituzioni hanno oggi per amplificare le proprie capacità di comunicare, nel bene e nel male.

E voi come vi ponete quando dovete diffondere contenuti che possono rivelarsi una fonte ispiratrice per i vostri concorrenti ? Li trasformate, filtrate, modificate, riducete o condividete comunque le vostre idee e quello che conoscete ?

Volete approfondire i temi di questo articolo per la vostra azienda? contattateci o iscrivetevi alla nostra newsletter sul sito web  https://community.ilcommercialethesalesman.com .

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