Social Selling non vuol dire Social Spamming.

La democrazia della rete dei nostri tempi, in cui tutti possono contattare tutti, sta creando nuove tipologie di ” venditori ” che utilizzano i contatti diretti ottenuti sui social per alimentare massivamente la propria pipeline con la speranza di poter agganciare prima o poi i contatti giusti per proporre le proprie soluzioni.

” Speranza” , ” aggancio “, ” prima o poi ” non sono elementi che fanno parte di un piano di azione concreto sui social media ma assomigliano sempre di più alla versione 3.0 dello spammer dal telefono, alla mail al canale social.

In questi ultimi mesi ricevo molte volte richieste di contatto da parte di professionisti della vendita, e dato che mi piace avere confronto e collaborazione con chi fa la mia stessa professione, concedo il contatto su Linkedin. A volte succede che immediatamente a seguire mi arriva un secondo messaggio, che ha quasi sempre questa impostazione:

” Ciao, sono XXXXXX mi occupo di XXXXXXXX e vendita prodotti per XXXXXXXX azienda che produce XXXXXXXX + due righe di descrizioni XXXXX, ecc. Consulenza di XXXXXXXXXX. Fornitura di prodotti XXXXXXXXXX. Se c’è  possibilità di collaborazione, fammi cortesemente sapere. Grazie. XXXX ”

Punti che mi irritano in una comunicazione di questo tipo:

  1. totale impersonalità nel messaggio, mi dai del tu senza conoscermi, d’accordo cercare un rapporto con chi non si conosce ma almeno cerchiamo di stabilire un punto in comune. La linea prodotti e servizi di cui mi si chiede una valutazione è in tutto altro settore rispetto al mio;
  2. si mettono insieme informazioni di vario genere e natura, tutto il campionario proposto in un unico messaggio di 10 righe senza minimamente qualificarne o valorizzarne le caratteristiche rispetto a decine di altre soluzioni simili;
  3. si chiede una azione di richiamo a fronte di cosa? Perché dovrei ricontattare qualcuno che usa il mio nominativo senza sapere cosa mi interessa ?

Abbiamo detto diverse volte che usare il social selling per vendere direttamente in rete non é la soluzione ideale per stabilire un rapporto di collaborazione finalizzato a creare business reale.

In questo non fa eccezione neanche Linkedin che molti vedono come la piattaforma ideale per poter attivare una caccia diretta e semplificata di potenziali lead.
Linkedin ha iniziato a filtrare queste situazioni di spam 3.0 riducendo sempre di più le possibilità di ricerca e contatto con coloro che non sottoscrivono account professional.

Una azione come quella citata in questo articolo produrrà quindi, per chi la promuove, non solo una chiusura nella ricerca di collaborazione ma anche una radicale auto eliminazione delle possibili relazioni future alle quali sarà sempre associato come promotore di un approccio invasivo e indesiderato.
In questo modo l’uso dei social media rende più veloce, rispetto al passato, l’eliminazione dei contatti molesti ma con il vantaggio di poterne bloccare per sempre il reiterarsi delle azioni.

Quale è la vostra esperienza con i contatti in rete?

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